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RIDUCIAMO GLI ZUCCHERI E ARRICCHIAMO DI FIBRE I PRODOTTI DA FORNO!
Senza zuccheri aggiunti, a basso contenuto di zuccheri e così via… Concordiamo tutti che la riduzione degli zuccheri soprattutto nelle merendine e in tutti i prodotti da forno rimane un argomento di attualità e centrale nella riformulazione delle ricette stesse sia per la grande industria che per i piccoli artigiani. Le ricerche e le tendenze di mercato ci dicono che a partire dagli stessi consumatori così come le nuove politiche sanitarie dei governi, l’attenzione riguardante al contenuto degli zuccheri sta crescendo notevolmente.
Nonostante l’argomento è sotto la lente di ingrandimento da diversi anni, ancora oggi alternative e strategie adottate per la produzione di nuovi prodotti a limitato contenuto di zuccheri si basano semplicemente su test e osservazioni empiriche. Questo approccio ha una grossa limitazione, ovverosia ogni volta che cambiamo un prodotto si deve necessariamente partire da zero.
Tutto ciò è dettato dal fatto che la reologia degli ingredienti in una complessa matrice alimentare, difficilmente può essere trasformata in principi generali. Come è noto gli zuccheri che spesso erroneamente conosciamo solo come un ingrediente che dona potere dolcificante. In realtà esercita funzionalità molto più importanti influenzando struttura, conservazione e meccaniche sensoriali.
Senza zuccheri aggiunti, a basso contenuto di zuccheri e così via… Concordiamo tutti che la riduzione degli zuccheri, soprattutto nelle merendine e in tutti i prodotti da forno, rimane un argomento di attualità e centrale nella riformulazione delle ricette stesse, sia per la grande industria che per i piccoli artigiani. Le ricerche e le tendenze di mercato ci dicono che, a partire dagli stessi consumatori così come dalle nuove politiche sanitarie dei governi, l’attenzione riguardante al contenuto degli zuccheri sta crescendo notevolmente.
Nonostante l’argomento sia stato sotto la lente di ingrandimento da diversi anni, ancora oggi alternative e strategie adottate per la produzione di nuovi prodotti a limitato contenuto di zuccheri si basano semplicemente su test e osservazioni empiriche. Questo approccio ha una grossa limitazione, ovvero ogni volta che cambiamo un prodotto si deve necessariamente partire da zero.
Tutto ciò è dettato dal fatto che la reologia degli ingredienti in una complessa matrice alimentare difficilmente può essere trasformata in principi generali. Come è noto, gli zuccheri che spesso erroneamente conosciamo solo come un ingrediente che dona potere dolcificante, in realtà esercitano funzionalità molto più importanti influenzando struttura, conservazione e meccaniche sensoriali.
Entriamo nello specifico… La sfida più interessante è quella di ridurre del 50%, se non del 100%, lo zucchero aggiunto nei prodotti da forno, tenendo presente che il saccarosio (il classico zucchero bianco) ha un’influenza rilevante nella formazione della struttura durante il processo produttivo. Ma non solo! L’influenza degli zuccheri persiste anche durante la fase di cottura e quindi nella texture stessa del prodotto finito. L’aspetto strutturale è sicuramente la funzionalità che richiede l’impiego di una serie di composti che siano assimilabili al saccarosio sia dal punto di vista chimico che fisico.
Numerose sono le funzionalità degli zuccheri, che riassumo in sintesi qui di seguito in due grandi categorie:
Miscelazione e formazione dell’impasto:
Cottura:
I punti salienti da tenere in considerazione per ottenere un prodotto con una struttura e una percezione sensoriale simili ma con una riduzione di zuccheri sono:
Tra le molteplici funzionalità del saccarosio e comunque degli zuccheri in senso più allargato, vi sono la capacità di agire da plastificante e da umidificante/umettante. Tali caratteristiche sono ovviamente legate alle caratteristiche chimico-fisiche intrinseche dello zucchero stesso. Ciò ne consegue che tali funzionalità possono essere valutate e descritte predittivamente sulla base di un numero limitato di parametri. Per tale motivo si può affermare che se voglio sostituire il saccarosio in una preparazione alimentare lo posso fare aggiungendo una miscela di “sostituti del saccarosio” che vanno a sopperire alle stesse funzionalità del saccarosio.
Ad esempio, una miscela di acqua, oligosaccaridi e polioli può sostituire il saccarosio. In altre parole, per sostituire il saccarosio dovrò utilizzare più ingredienti con diverse qualità chimico-fisiche. Tutto questo consente una maggiore flessibilità nella scelta delle formulazioni, ad esempio limitando l’inserimento di ingredienti con effetti lassativi o riducendo la percezione zuccherina.
Sempre alla luce di quanto sopra detto, riducendo il saccarosio dal 50% al 100% in una preparazione alimentare, dovrò tenere in considerazione le temperature di gelificazione degli amidi. Quindi, in maniera predittiva, potrò valutare le curve di cottura per definire meglio le temperature di inizio gelificazione. Con queste valutazioni, potrò realizzare prodotti da forno senza saccarosio, ad esempio torte, mantenendo la sofficità che ottengo anche con prodotti con saccarosio.
Le linee guida:
Con queste linee guida, invece di aggiungere edulcoranti di dubbia salubrità, si può utilizzare una riformulazione senza saccarosio, ma con aggiunta di fibre di diversa origine tra 10 e 18 grammi su 100 grammi di impasto, senza tuttavia compromettere la qualità del prodotto finale.
Ricordo che esistono diverse tipologie di fibre, ognuna con le proprie peculiarità. Giusto per ricordarne alcune principali:
In commercio esistono già esempi di successo di prodotti innovativi a cui è stata applicata tale strategia di riformulazione degli zuccheri mediante l’aggiunta di fibra. Con queste logiche, si possono ricalcolare delle ricette più tradizionali mediante l’utilizzo di ingredienti alternativi, mantenendo invariata struttura e percezione sensoriale.